Proteggere il sonno quando hai bambini piccoli: 5 consigli pratici per mamma e bambino
20 dicembre 2022Da quando sono diventata mamma le volte che sono riuscita a dormire una notte filata non saranno più di 10. Molte volte, in questi anni, mi sono chiesta cosa potessi fare per regolare il sonno dei miei figli.
Proteggere il sonno quando hai bambini piccoli: 5 consigli pratici per mamma e bambino
20 dicembre 2022PER I BAMBINI
Da quando sono diventata mamma le volte che sono riuscita a dormire una notte filata non saranno più di 10. Molte volte, in questi anni, mi sono chiesta cosa potessi fare per regolare il sonno dei miei figli.
Devo dire che sono stati davvero abili e costanti a darsi il cambio in questi anni per “boicottare” la qualità del mio sonno.
Fino all’arrivo del secondogenito, il primogenito non ha mai dormito più di quattro ore di fila senza svegliarsi. Poco dopo però, nonostante i miei timori che il pianto del nuovo arrivato potesse disturbarlo, ha iniziato a dormire.
Non che a me cambiasse granché, perché tanto mi restava sempre il piccolo con cui “fare nottata” il quale, sin dalla nascita, ha scalato le classifiche: dai 5 ai 7 risvegli a notte.
Verso i 4 anni, inaspettatamente, anche lui ha iniziato a dormire tutta la notte.
Ma pochi mesi dopo è nata Elisa ed è ricominciato tutto daccapo.
Proteggere il sonno quando hai bambini piccoli: 5 consigli pratici per mamma e bambino

Giulia Telli, mamma di 3 bimbi
@mammachelibro, illustratrice di libri per bambini e content creator. Appassionata di lettura, illustrazione, teatro e arte.
Con il marito, lo psicologo e psicoterapeuta @lucamazzucchelli, ha ideato una collana per @giuntieditore “Serenamente” il cui fine è aiutare i bambini tra i 3 e i 9 anni a crescere sereni, familiarizzando con alcuni concetti tratti dal mondo della psicologia e della crescita personale.
In questi anni di “insonnia forzata” ho messo a punto 5 consigli pratici per regolare il sonno dei bambini e quindi proteggere il sonno di noi mamme: perché se loro dormono, dormiamo anche noi.
1. Cercare di sincronizzarci con l’orologio biologico del bambino per far sì che possa addormentarsi velocemente, senza difficoltà. Elisa ha 4 anni e da qualche mese non dorme più di pomeriggio, pertanto il suo orologio biologico ci comunica spesso che già alle 20 dormirebbe.
Spesso, infatti, si “spegne” di colpo e, anziché metterla a letto, la invito a sedersi a tavola. Se riuscissi ad assecondare questa sua esigenza nel giusto momento, probabilmente si addormenterebbe subito e tirerebbe le sue 12 ore. Se vediamo che nostro figlio/a è particolarmente stanco, dunque, anticipare anche in modo significativo l’orario della cena può essere utile.
2. Almeno mezz’ora prima della messa a letto, ridurre l’esposizione alle luci artificiali di televisione e computer per facilitare la produzione di melatonina. La produzione e il rilascio della melatonina dipendono dalle condizioni di esposizione alla luce, con un aumento al buio, durante la notte, e una diminuzione nelle ore di luce, durante il giorno.
La produzione di melatonina ha un andamento stagionale, con periodi di produzione più brevi in estate e più prolungati in inverno. La presenza di una fonte di luce durante la notte può bloccare la produzione della melatonina e causare disturbi del sonno (ecco perché per noi adulti è consigliabile allontanare il cellulare dal comodino e metterlo in modalità aerea).
- Evitare dolciumi perché sono dei veri e propri eccitanti nemici del sonno. Invece, ci sono alcuni cibi che contengono un amminoacido, il triptofano, che dà tranquillità. Cibi amici del sonno sono: latte, yogurt, riso, orzo e legumi perché contengono appunto questo amminoacido.
Tra gli alimenti da evitare a cena troviamo invece il pesce e la carne perché contengono proteine che potrebbero eccitare. Altri cibi nemici del sonno sono broccoli, cime di rapa, formaggi stagionati e prodotti a base di cioccolato perché ricchi di tiramina, una sostanza che può dare irrequietezza.
4. Organizzare la giornata dei figli in modo da dormire un tempo adeguato.
E’ fondamentale impostare rituali – ad esempio la storia della buonanotte – e azioni che aiutino il bambino ad affrontare con un ritmo rallentato il riposo notturno.
I bambini piccoli sono esseri abitudinari, amano la ritualizzazione, il ritmo, una gestione del tempo sempre simile che possa garantire sicurezza.
Ho già suggerito alcuni libri per facilitare l’addormentamento in un altro articolo sempre presente su questo blog.
5. Insegnare al bambino (sin dai primi mesi di vita) ad addormentarsi da solo nel suo lettino.
È più frequente che a svegliarsi siano i bambini che per addormentarsi hanno bisogno del seno materno, o di essere tenuti in braccio. Un bambino che si addormenta soltanto grazie all’intervento dei genitori, infatti, nel passaggio da una fase del sonno all’altra, “controlla” che tutto sia ancora al suo posto e si accorge che non lo è: il seno accanto al quale si era addormentato non c’è più, oppure si ritrova nel lettino e non più tra le braccia del genitore.
A me hanno fatto sempre questo esempio: immagina il tuo spaesamento se ti addormentassi in macchina e poi ti risvegliassi nel letto senza avere il ricordo di come tu ci sia finita. Per lo stesso motivo, se nostro figlio si sveglia in un luogo diverso rispetto a dove si è addormentato avrà tutto il diritto di sentirsi confuso e chiamarci per essere rassicurato.
Non è necessario riuscire a seguire tutti e 5 questi suggerimenti per migliorare la qualità del nostro sonno e dei nostri bambini, tuttavia, per esperienza personale, il rispetto del punto 2, 3 e 4 mi aiutano a migliorare la qualità del mio sonno e ad accompagnare i miei figli a un sonno sereno.
Ogni bambino è diverso e i risvegli notturni sono fisiologici fino a una certa età, pertanto il mio ultimo suggerimento (un po’ meno pratico) è quello di armarsi anche di pazienza perché presto o tardi torneremo a dormire.
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