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Mondiali del Qatar del 2022

1 novembre 2022

Parte a breve, tra mille polemiche, l’anomala edizione del più famoso torneo di calcio maschile, al quale l’Italia non prenderà parte.

Mondiali del Qatar del 2022

1 novembre 2022
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Parte a breve, tra mille polemiche, l’anomala edizione del più famoso torneo di calcio maschile, al quale l’Italia non prenderà parte.

Sta per avere inizio in Qatar la ventiduesima edizione dei Mondiali di Calcio maschile. La novità di questa Fifa World Cup consiste nel periodo di svolgimento: per questioni climatiche è stato deciso di organizzarlo alle porte dell’inverno invece che in estate. In giugno e luglio il caldo torrido della zona avrebbe reso impossibile lo svolgimento delle gare. In questo periodo invece il clima nell’emirato arabo, situato in una piccola penisola circondata dal golfo Persico, è perfetto: secco, poco piovoso, con temperature che oscillano tra i 20 e i 25 gradi.

Mondiali del Qatar del 2022

L’Italia è fuori

L’anomalo campionato autunnale prenderà quindi il via il 20 novembre per concludersi il 18 dicembre. Nei suoi 8 stadi (6 dei quali completamente nuovi, ipertecnologici) dovrebbe accogliere 32 squadre e migliaia di tifosi da tutto il mondo. Ma forse non sarà proprio così: il numero di sportivi e turisti realmente in arrivo sarà ben diverso da quello previsto. Di certo pochi saranno gli italiani, perché il nostro paese non è riuscito a qualificarsi.

Effetto Mondiale

Le partite verranno disputate alle 11, 14, 17 e 20 (ore italiane, 2 indietro rispetto al fuso orario del Qatar) negli 8 nuovi stadi dotati di impianti di raffreddamento a tecnologia solare ad emissioni zero, che garantiscono temperature mai superiori ai 27 gradi centigradi, in modo da assicurare ai giocatori condizioni di gioco ottimali e ai tifosi un ambiente confortevole di giorno e di notte. Ma nonostante il clima di certo più sopportabile rispetto a quello estivo e le tante iniziative volte alla tutela del benessere di atleti e spettatori, il torneo si preannuncia comunque bollente. La squadra italiana non ha passato i turni di qualificazione. Ma se l’avesse fatto come avrebbe deciso di partecipare?

UN COSTO ALTISSIMO

Su questo mondiale, già anomalo per la stagione in cui si svolge, oltre a gravare processi su questioni di corruzione incombe la protesta di tante nazioni contro le presunte violazioni dei diritti umani perpetrate dall’emirato negli anni necessari per la costruzione degli impianti. Turni massacranti, paghe da fame e condizioni di lavoro insostenibili sarebbero state le cause della morte di oltre 6500 operai, quasi tutti migranti, che hanno preso parte ai lavori. A questo si aggiungono le proteste contro le azioni repressive minacciate dallo stato nei confronti degli omosessuali, che sono stati invitati a non manifestare pubblicamente la propria identità sessuale. Sconsigliati i gesti d’intimità in pubblico, le imprecazioni e gli atti osceni (tra cui rientra anche tenere per mano una donna).

Il boicottaggio

Le azioni di protesta si stanno moltiplicando. Molti sindaci francesi hanno deciso di annullare tutti gli eventi pubblici organizzati per trasmettere le partite. La Danimarca ha deciso una partecipazione “invisibile”, togliendo il logo tecnico dalle divise, e i giocatori hanno deciso di affrontare la trasferta senza familiari al seguito per non contribuire ai profitti del Qatar. Il capitano dell’Inghilterra – così come quello di Olanda, Belgio, Danimarca, Francia, Germania, Norvegia, Svezia, Svizzera e Galles – porterà al braccio la fascia “One love”, simbolo dell’omonima campagna contro le discriminazioni. Non mancano azioni di protesta individuali. Il campione del mondo Philipp Lahm ha rifiutato di far parte della delegazione tedesca specificando che “i diritti umani devono avere un ruolo maggiore nell’assegnazione delle manifestazioni e in Qatar questo non succede: non si può far finta di niente e voltarsi dall’altra parte“. Amnesty e HRW chiedono un fondo di solidarietà per risarcire i parenti dei lavoratori morti o infortunati.

LA REPLICA DEL QATAR

Lo stato ospite, dalle pagine del quotidiano Al Raya parla di “bugie, voci e calunnie nell’ambito di una cospirazione sistematica di molti paesi europei, che negli ultimi dieci anni hanno visto i migranti in fuga da conflitti, devastazioni e povertà affogare sul fondo del Mediterraneo” e dichiara: “Fermiamo le campagne diffamatorie e cooperiamo per una Coppa del Mondo che unisca le persone“. È ciò che ha sempre fatto e dovrebbe fare lo sport. Ma il fine giustifica sempre i mezzi?

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Caterina Somma

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