Bambini autistici e sonno: la routine notturna che migliora la qualità del loro riposo
18 aprile 2023Dalle favole della buonanotte ai bagni caldi, dalle tisane alla musica rilassante, ognuno di noi ha abitudini diverse per addormentarsi velocemente e dormire meglio. La giusta routine funziona per tutti, in special modo per i bambini, e molto di più per tutti quelli affetti da disturbi dello spettro autistico.
Bambini autistici e sonno: la routine notturna che migliora la qualità del loro riposo
18 aprile 2023PER I BAMBINI
Dalle favole della buonanotte ai bagni caldi, dalle tisane alla musica rilassante, ognuno di noi ha abitudini diverse per addormentarsi velocemente e dormire meglio. La giusta routine funziona per tutti, in special modo per i bambini, e molto di più per tutti quelli affetti da disturbi dello spettro autistico.
Questa condizione, dovuta a svariate alterazioni permanenti dello sviluppo neurologico, determina bambini con problemi di comunicazione e interazione sociale nei quali, dicono le statistiche, i disturbi del sonno sono decisamente frequenti. È possibile aiutare questi bambini a dormire meglio? Lo chiediamo al dottor Fulvio Filacchione, neuropsichiatra infantile, già Responsabile della Unità di Prevenzione Diagnosi e Cura dei Disturbi Psicopatologici dell’Età Evolutiva della ASL RMC e già docente di Laboratorio di Neuropsichiatria infantile all’Università Roma Tre.
Bambini autistici e sonno: la routine notturna che migliora la qualità del loro riposo
PERCHÉ I BAMBINI AUTISTICI HANNO PIÙ DIFFICOLTÀ A DORMIRE?
Lo spettro autistico comprende sia bambini con una eziopatogenesi organica (un danno accertato, o seriamente ipotizzato, del Sistema Nervoso Centrale) sia bambini con un disturbo conseguente a cause psichiatriche e/o psicodinamiche, endogene od esogene, in assenza di danno organico. In entrambi i casi, per motivazioni specifiche diverse e tutte da esplorare, si riscontra un’alterata analisi della realtà che non rende facile la capacità di astrazione e simbolizzazione necessari per elaborare un immaginario connesso con la dimensione onirica.
CIÒ SIGNIFICA CHE PER DORMIRE BENE OCCORRE SAPERE SOGNARE BENE?
Bisogna saper immaginare. E per farlo occorre avere una buona lettura della realtà e la capacità di estrarre correttamente i simboli. I bambini autistici hanno bisogno di aiuto per farlo a dovere.
CHE STRATEGIE METTERE IN ATTO PERCHÉ ABBIANO UN SONNO DI QUALITÀ?
Oltre alle accortezze che si usano nella pediatria classica riguardo all’igiene del sonno occorre fare un lavoro supplementare. Ogni adulto, genitore o caregiver che sia, dovrebbe usare la propria capacità di descrivere e narrare la realtà vissuta insieme al bambino in modo diverso, più semplice e sintetico, collegandola a simboli e fantasie ritenute possibili.
LE FAVOLE QUINDI NON VANNO SOLTANTO “LETTE”…
Devono essere raccontate in maniera concisa, narrando solo fatti e principi salienti, in modo che il bambino possa capirne con più facilità i simboli. In tal modo i residui mnestici del bambino che seguiranno a tale processo aiuteranno la complessa ricostruzione onirica del sonno.
CONSIDERATO L’IMPATTO SUL COMPORTAMENTO E SULLA QUALITÀ DELLA VITA SOCIALE, L’ATTENZIONE AL DORMIRE DOVREBBE ESSERE DI PRIMARIA IMPORTANZA
Sicuramente un buon sonno, per quanto detto, costituisce una sorta di maggese ricostituente e rasserenante per un equilibrio psichico e per quello delle relazioni sociali. Da esso dipende la buona qualità della veglia, a maggior ragione laddove le competenze psicodinamiche e cognitive sono disturbate.
Cos’altro può aiutarli a dormire bene?
Incoraggiarli a praticare uno sport o un’attività nei quali trovino fiducia e interesse. Compito dell’adulto sarà quello di educarli, come in ogni rapporto di gioco, al rispetto delle regole. Utili anche gli oggetti transizionali, dal peluche in poi. Non dimentichiamo la musica… un modo semplice ed efficace per organizzare e accompagnare il pensiero.
IMMAGINO CHE LE STRATEGIE DEBBANO ESSERE PERSONALIZZATE, E CHE POTREBBE VOLERCI TEMPO PER RISOLVERE I PROBLEMI…
Credo che esistano sostanzialmente due tipi di strategie: una è quella che si rifà alle dottrine psicodinamiche, che necessitano del ricorso ad uno specialista, l’altra è quella che ogni adulto può ritenere utile secondo la propria scienza e coscienza. L’ideale sarebbe che le seconde avessero una supervisione e un coordinamento da parte delle prime.
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Caterina Somma
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